martedì 20 marzo 2012

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE GRECA ERSI SOTIROPOULOS. EDITO DA NEWTON COMPTON IL SUO ROMANZO "IL SENTIERO NASCOSTO DELLE ARANCE"

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 20 marzo 2012

“Il sentiero nascosto delle arance” della scrittrice greca.
TRA AMORE E MORTE IL TRAMONTO DI ATENE
A colloquio con Ersi Sotiropoulos

di Diego Zandel

Ha la voce roca, della fumatrice incallita, Ersi Sotiropoulos, la scrittrice greca della quale l’editore romano Newton Compton manda in libreria un romanzo che ha avuto successo in tutto il mondo. Parliamo di “Il sentiero nascosto delle arance”. La scrittrice, giunta in Italia per presentarlo, parla perfettamente la nostra lingua. Non solo si è laureata in antropologia culturale all’università di Firenze, ma anche, per tutti gli anni ottanta, è stata consigliere culturale all’ambasciata greca di Roma. Della scrittrice sono stati pubblicati in Italia altri due libri: “Tre giorni festivi a Ghiannina”, edito da Theoria, e “Mexico”, per Donzelli. Libri tradotti direttamente dal greco,  mentre “Il sentiero nascosto delle arance” , pur essendo uscito originariamente in Grecia, nel 2007,  risulta qui essere tradotto dall’inglese.
Come mai?
Penso che ci sia stato un malinteso. L’agente letterario americano ha mandato il libro in inglese alla Newton&Compton e questi ha proceduto alla traduzione direttamente dall’edizione americana. Leggendo il testo in italiano posso dire che la traduzione mi piace.
“Il sentiero nascosto delle arance” è un romanzo drammatico, pur nel solco di una apparente normale esistenza, attraverso la quale si rivela un mondo di spostati, così com’è quello rappresentato da più personaggi, le cui vite s’intrecciano  all’interno di una storia in cui, un po’ come in tutti i romanzi di questa scrittrice,  eros e thanatos si confrontano.
Quali sono i personaggi della vicenda?
Abbiamo  Lia, affetta da un raro virus che la condurrà alla morte, suo fratello Sid, che si impelagherà in un po’ di guai con Sotiris, l’infermiere dell’ospedale in cui è ricoverata la sorella, dopo che lei gli avrà chiesto di dargli una lezione perché la tratta male. C’è Julia, una ragazza che si trova, a sua insaputa, a passare dal letto di Sid a quello di Sotiris, non sapendo che i due si conoscono (in realtà Sid si era presentato a Sotiris con un’altra identità, spacciandosi per un vecchio compagno di scuola e così introdursi nella sua vita per rovinargliela). E infine  Nina, un’adolescente inquieta, che vive nel paese di Sotiris, a pochi chilometri da Atene, tanto conturbante da spingere Sotiris a un atto di esibizionismo sessuale davanti a lei, invano tacitato da un’offerta in denaro. Ma il pericolo di uno scandalo  viene scongiurato. Su tutti aleggia la figura di un merlo indiano, parlante, che ha la funzione della cattiva coscienza come nell’antica tragedia greca. Indifferente agli affetti, capriccioso, passa per dispetto dalle mani di Sid a quelle di Sotiris creando loro ulteriori problemi.
Quanto della sua straordinaria vita, contrassegnata da un’adolescenza inquieta, come ad esempio quella di Nina, che vuole diventare, appunto, scrittrice, entra in questo e altri suoi romanzi?
L’aspetto autobiografico c’è e non c’è. Tutti i libri traggono linfa dalla esperienza dell’autore, ma poi questa, scrivendone, si trasforma al punto da essere talvolta irriconoscibile. Certo, conosco ad esempio la vita dell’ospedale, un microcosmo, devo dire, che mi affascina, dove, appunto, eros e thanatos s’incontrano. Anche se in questo romanzo è diverso: qui il desiderio di eros e di amore fa appello alla morte, ha molto di distruttivo.
Sappiamo delle sue ascendenze letterarie, in poesia, oltre ai greci Kavafis e Seferis,   Pound ed Eliot, e nella narrativa Faulkner. Lei però conosce anche la letteratura italiana. Chi sente più vicino?
Senz’altro Calvino e Buzzati.  Ma non sono solo io a seguire gli italiani, lo è un po’ tutta la editoria greca. Non a caso esiste un premio annuale, della cui giuria io faccio parte, che segnala la migliore traduzione greca di un’opera di uno scrittore italiano. E si continua a farlo, nonostante le difficoltà economiche in cui la Grecia è immersa.
A proposito, com’è la situazione, vista dagli occhi di una scrittrice come lei?
E’ un disastro, non c’è altra parola, e per giunta senza orizzonte. C’è un taglio netto dei finanziamenti culturali, tanto che addirittura il Festival di Atene, che era un faro nel nostro mondo culturale, è ora crollato. Per quanto riguarda la pubblicazione dei libri, questi ultimi due mesi sono stati i peggiori. Anche per i giornali, se pensa che a chiudere i battenti è stato un grande quotidiano come Elefterotipia.
                                                                                              Diego Zandel
Ersi Sotiropoulos, Il sentiero nascosto delle arance, Newton Compton, pag. 252, €. 9,90   

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