lunedì 30 aprile 2012

LADRO DI LIBRI: "L'ANIMA ALTROVE", IN ISTRIA CON ANNA MARIA MORI

LADRO DI LIBRI: "L'ANIMA ALTROVE", IN ISTRIA CON ANNA MARIA MORI: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 29-4-2012 “L’ANIMA ALTROVE” DI ANNA MARIA MORI VA IN ISTRIA DOVE TI PORTA IL CUORE
Anna Maria Mori conclude la sua trilogia sull’Istria, la sua terra di origine, iniziata con “Bora”, scritta a quattro mani con Nelida Milani, e proseguita con “Nata in Istria”. Lo fa con “L’anima altrove”, edito da Rizzoli,  (ed anche in questo caso c’è il piccolo contributo di un racconto della amica e sodale Nelida Milani, scrittrice della minoranza italiana in Istria).  E’ una trilogia importante, questa, per Anna Maria Mori, che è servita all’autrice per riscattare gli anni del rinnegamento delle proprio essere istriana e profuga di quella terra. Vale la pena, a riguardo, un passaggio del primo libro della Mori “Bora”, alla cui luce vanno assolutamente letti i libri successivi, il puntiglioso, fin dal titolo, “Nata in Istria” e quello attuale “L’anima altrove”. Scriveva la Mori: “Ho salvato la mia integrità, nascondendomi o, meglio, nel fare come San Pietro, che rinnegò Cristo tre volte. Io ho rinnegato ben più di tre volte la mia origine istriana: per decenni, fino a cinque anni fa più o meno, alla domanda dove sei nata? Ho continuato a rispondere a Firenze, dove è nato mio padre, e ho evitato illazioni, luoghi comuni, idee standardizzate, ma radicatissime come solo possono esserlo le idee ricevute e standardizzate. Ho evitato soprattutto discussioni più o meno vane, che  invece molti della mia gente hanno testardamente continuato a fare, nel tentativo, a tutt’oggi fallito, di smontare quell’immenso castello di bugie che ci riguardava, come istriani ed esuli, e che  aveva, e ha, a che fare forse più con la psicanalisi che con la politica”.
Di cosa si tratta?  Si tratta del fatto che, con molta difficoltà, ancora oggi, una parte degli italiani fatica a capire chi sono gli esuli istriani. Lo stereotipo, figlio di una storia ignorata o, peggio, manipolata, li vuole fascisti scappati dalla Jugoslavia di Tito per il fatto di non aver accettato di vivere in un regime comunista, mentre vengono dimenticati almeno tre capisaldi dell’esodo giuliano dalmata: il primo, che i profughi  dell’Istria e di Fiume erano, sono, nella stragrande maggioranza italiani autoctoni di quella terra;  il secondo, che quelle terre e la gente che vi era nata e cresciuta sono state le uniche ad aver pagato per una guerra  che l’Italia, tutta intera, dalle Alpi alla Sicilia,  ha perso e, pertanto, meritano rispetto e verità;  terzo, che proprio la loro appartenenza etnica, indifferentemente dalle idee politiche, è stata la prima causa delle persecuzioni del regime titoista che mirava all’annessione dell’Istria e di Fiume potendo poi così esibire, alle potenze vincitrici, territori a falsa maggioranza slava.
Anna Maria Mori, antifascista come altri istriani e fiumani, Leo Valiani e Livio Labor,  per fare due nomi rappresentativi della sinistra italiana (ma ce ne sono molti altri), per anni, non ha avuto la forza di confrontarsi, sapendo che si sarebbe trattato di uno scontro, con  i paladini di questo stereotipo che frequentava per amicizia e lavoro.  Finché un giorno, lei che, bambina, aveva dovuto scappare in fretta e furia dalla sua Istria in uno dei tanti viaggi della disperazione, a bordo del piroscafo Toscana, si è riappropriata delle sue ragioni, della sua identità, della sua storia personale e collettiva. Nata in Istria. Con tutto l’orgoglio. Contro gli stereotipi. Portando in superficie il sommerso che la condizione di esule comporta, e che nasce da quello sradicamento a causa del quale, come recita il titolo del libro della Mori, l’anima sia altrove. E dove, se no, nelle persone e nelle cose lasciate nel luogo dal quale proveniamo?  Questo in particolare fa “L’anima altrove”: ci racconta le cose che Anna Maria ha lasciato, la casa innanzitutto, le stanze, i mobili, gli oggetti. Sono essi a parlare. E se qualche oggetto, piccole, grandi cose, è venuto via con lei, chiuso in un baule, per ritrovarsi in un diverso luogo, lontano ed estraneo, a maggior ragione ci parla – quasi un colloquio – dei ricordi. Con quel mix di dolore e nostalgia, che si chiama rimpianto, di ciò che poteva essere e non è stato, e del quale la scrittura dell’autrice ci da una misura che accarezza l’anima.
                                                                                  Diego Zandel
Anna Maria Mori, L’anima altrove, Rizzoli, pag. 215, €. 17,50

"L'ANIMA ALTROVE", IN ISTRIA CON ANNA MARIA MORI

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 29-4-2012

“L’ANIMA ALTROVE” DI ANNA MARIA MORI
VA IN ISTRIA DOVE TI PORTA IL CUORE
La scrittrice conclude la trilogia dell’esilio. Parlando della sua dolorosa rimozione.

di Diego Zandel

giovedì 26 aprile 2012

in libreria a maggio
per i tipi della casa editrice Avagliano

Tornano dopo vent’anni le confessioni di Babette,
la donna che ha amato un mercenario
IL MERCENARIO DI GHEDDAFI
Mariù Safier


Il libro
Le dune color zafferano del deserto libico fanno da sfondo a questa storia d’amore vissuta con disperato ardore da Babette. Accanto alla donna c’è un’altra protagonista: la Libia, sulla quale si allunga l’ombra inquietante del Colonnello. Il privato s’intreccia e si confonde con la sfera pubblica, in un continuo e tagliente altalenarsi di paesaggi desertici e introspezione, frammenti del Corano e lettere d’amore, nello sviluppo di un racconto che non dimentica mai il fascino di un’antica cultura, contrapponendolo ai pregiudizi. La complessità del carattere del paese africano è rappresentata dall’autrice attraverso una fitta documentazione, partendo dalla dominazione romana fino ai nostri giorni. L’itinerario si snoda attraverso l’indagine dei sentimenti e delle confessioni di Babette. La protagonista alla fine non sa percorrere la strada del perdono. Nella storia d’amore realmente vissuta tra un uomo senza scrupoli e una donna vittima dei suoi ricatti, si ripercorre il destino di una nazione e di un popolo.Mariù Safier vive e lavora a Roma. Giornalista alla RAI, al GR, al CCISS e alla redazione di GR Parlamento. È stata consulente letterario di “Achab”. Ha pubblicato Dal Bosco dell’Ombra (Lucarini 1984), Il Lampadario di Cristallo (Longanesi 1992), La Principessa del Silenzio (Teca 1995), Candide perle, spume di merletti: la moda all’epoca della Regina Margherita (Il Calamo 2002) e altro ancora. Nel 2009 è uscito il diario fotografico Villa Polissena (Editoriale Giorgio Mondadori). Ha completato gli inediti di Liala Con Beryl, perdutamente nel 2007 e nel 2010 Un ballerino in Paradiso, entrambi per Sonzogno. Collabora con un noto settimanale femminile.


Viaggio alla riscoperta di un'Italia scomparsa, tra humor e nostalgia QUANDO ERAVAMO POVERA GENTE
Cesare Marchi

Il libro
In questo libro Cesare Marchi ci accompagna alla scoperta (anzi, alla riscoperta) di un’Italia che non esiste più, un’Italia dove la povertà non era una colpa e tanto meno una vergogna, dove fiorivano cento mestieri oggi scomparsi e ci si commuoveva ascoltando una canzonetta. Quando si mangiava carne solo la domenica, si rivoltavano le giacche per sembrare più eleganti. Un libro malinconico e nello stesso tempo pieno di sottile ironia, giocato sul filo del ricordo, dove compaiono, come in un diario della nostalgia, giochi scomparsi e parole ormai in disuso.
Rileggere questo libro oggi per ricordare come eravamo ed esorcizzare le ansie in questo momento di crisi.

Cesare Marchi
(Villafranca di Verona 1922-1992) è stato uno scrittore, giornalista e personaggio televisivo. Presente in RAI nella trasmissione Almanacco del giorno dopo. Presso Rizzoli ha pubblicato: Boccaccio, L’Aretino, Giovanni dalle Bande Nere (due edizioni), Dante (due edizioni e BUR), Impariamo l’italiano (tredici edizioni), Grandi peccatori Grandi cattedrali (nove edizioni; Premio Bancarella 1988). Sue opere sono state tradotte in vari paesi

lunedì 23 aprile 2012

BALCANICA






DRAGAN VELIKIĆ
IL MURO DEL NORD
ZANDONAI
Pag. 225, €. 15,00
Uscito in Serbia nel 1995, esce ora in Italia, per i tipi della Zandonai, questo straordinario romanzo dell’autore serbo, già conosciuto dal pubblico italiano per i romanzi “Via Pola” e “La finestra russa”,
editi dalla stessa, meritoria casa editrice.

VLADIMIR ARSENEVIĆ
PREDATORI
NIKITA
Pag. 323, €.14,00
Un punk kosovaro, un junkie bosniaco, una poetessa serba e anarchici berlinesi sono i protagonisti di questo esplosivo romanzo dello scrittore serbo, conosciuto per le sue posizioni estreme contro Milošević e musicista punk e new wave. Nella traduzione di Matteo Grabrović e Sabina Tržan.
SRĐAN VALJAREVIĆ
COMO. TRENTA GIORNI
NIKITA
Pag.247, €. 14,00
Un romanzo filosofico dello scrittore serbo, che racconta la sua esperienza di ospite della bellissima Villa Maranese della Fondazione Rockfeller sul lago di Como. La traduzione è di Danijela Obradović.

DAVID ALBAHARI
SANGUISUGHE
ZANDONAI
Pag. 357, €.17,00
Mondo reale e fantastico si mescolano dando vita a un romanzo inquietante, mistico e non privo di ironia, secondo la migliore tradizione balcanica. Anche se l’autore, serbo di nascita, vive da molti anni in Canada, l’anima  si nutre della sua terra. Tradotto da Alice Parmeggiani.

domenica 22 aprile 2012

LADRO DI LIBRI: "IL CASO COLLINI" DI FERDINAND VON SCHIRACH

LADRO DI LIBRI: "IL CASO COLLINI" DI FERDINAND VON SCHIRACH: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 22-4-2012 “IL CASO COLLINI” DEL TEDESCO FERDINAND VON SCHIRACH IN PUNTA DI DIRITTO C’E’ CHI PRENDE LE P...

"IL CASO COLLINI" DI FERDINAND VON SCHIRACH

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 22-4-2012

“IL CASO COLLINI” DEL TEDESCO FERDINAND VON SCHIRACH

IN PUNTA DI DIRITTO C’E’ CHI PRENDE LE PARTI DEL TORTO

di Diego Zandel

Un romanzo in punta di diritto, verrebbe da dire, leggendo “Il caso Collini” dello scrittore e avvocato tedesco Ferdinand Von Schirach, edito da Longanesi. Il caso, naturalmente, è giudiziario è s’impernia tutto su un omicidio, che ha per esecutore dichiarato l’italiano Fabrizio Collini e per vittima il vecchio magnate tedesco Hans Meyer. Tutto si svolge, è bene sottolineare, in Germania, a Berlino: Collini, facendosi passare per un giornalista italiano, sale alla camera d’albergo dove alloggia Meyer e lo uccide a colpi di pistola.
A difendere Collini, che sembra disinteressato alla sua sorte giudiziaria, e pertanto anche alla propria difesa, viene chiamato un avvocato d’ufficio. Di turno, in quel momento, è il giovane Caspar Leinen, al suo primo processo penale e subito si trova due problemi da risolvere: il primo, la reticenza dell’imputato sul movente del suo gesto,  che, preso così, sembra quello di un folle; il secondo, Caspar è di casa presso la famiglia Meyer, amico del vecchio Hans e fidanzato con la nipote Johanna.  Vorrebbe rinunciare all’incarico, ma l’avvocato di parte civile, il celebre professore Richard Mattinger, in teoria suo avversario in aula di tribunale, gli fa capire che lui, deontologicamente, non può lasciare indifeso un imputato e che la ricusazione può venire solo da parte di quest’ultimo. Pertanto, consiglia Caspar di dire in tutta verità a Collini su quali sono i suoi rapporti con la famiglia Meyer e, poi, sia l’imputato stesso a decidere sul da farsi.
Pur col dubbio che il professor Mattinger preferisse come controparte un novellino da battere facilmente, Caspar fa come gli ha suggerito, ma Collini ugualmente non lo ricusa.  Da questo momento egli farà di tutto per difenderlo al meglio. Certo, non lo fa a cuor leggero: Johanna gli manifesta il suo dissenso, tanto più che  l’assassino del nonno è reo confesso, non un innocente. Con che cuore può fare una cosa simile? Solo che ormai la scelta è stata fatta e Caspar non può che rispettarla. La sua dedizione alla causa sarà tale da spingere Collini, ammirato dall’abnegazione del suo avvocato, di metterlo al corrente del movente. Il lettore lo saprà quando lo esporrà in aula, e avrà a che fare con un episodio di violenza avvenuto  a Genova durante la seconda guerra mondiale. Hans Meyer, ufficiale nazista, s’era macchiato dello stupro e morte della sorella adolescente e dell’omcidio del padre di Collini: crimini ai quali, lui bambino, aveva assistito terrorizzato.
E’ necessario per ciò trovare le prove e Caspar lo fa, con tale meticolosità che però, al momento del dibattimento in aula,  si scontra con gli effetti di una di quelle leggi galeotte, apparentemente innocue, in realtà artatamente vergognose passate in parlamento, che ha fatto cadere in prescrizione sia quei terribili crimini che tanti altri simili accaduti durante la guerra.  Ed è proprio il duello sulla interpretazione di quella legge, alla luce di altri aspetti che verranno fuori nel corso del dibattimento, a dare suspense al romanzo, fino alla risoluzione finale che, per fortuna, darà ragione al giovane Caspar.
Si verrà a sapere che Collini aveva fatto ricorso contro Mayer per quel lontano crimine prima che cadesse in prescrizione, ma che il ricorso era stato respinto. Altri dettagli importanti, sul filo della legge, verranno dibattuti con schermaglie che ricordano i processi di Perry Mason. Con la differenza che “Il caso Collini”, al contrario dei romanzi di Erle Stanley Gardner, intende più agitare le coscienze che trovare un colpevole. Il colpevole c’è, ma offeso dalla ricchezza e dal potere. E l’unico modo per avere giustizia è stato quello di farsela da solo. Ciò che emerge è la figura di Hans Meyer, per nulla pentito dei suoi crimini lontani, uomo in vista, amico dei cancellieri Adenauer, Erhard, Kohl, insignito della Croce al merito della Repubblica federale, ma assassino e stupratore. Una figura di cui la nipote Johanna stessa, fino a quel momento all’oscuro, si vergognerà, sentendone la colpa. Tanto da chiedere a Caspar: “Sono anch’io tutto questo?”.  E la battuta finale di lui le farà capire  che le colpe sono sempre individuali. “Tu sei la persona che sei”.
                                                                                  Diego Zandel
Ferdinando Von Schirach, Il caso Collini, Longanesi, pag 166, €. 14,00
     

lunedì 16 aprile 2012

martedì 10 aprile 2012

LADRO DI LIBRI: TRUCCO BANFICHI GRANGE THIESLER ABATE FUNDERHEMMIN...

LADRO DI LIBRI: TRUCCO BANFICHI GRANGE THIESLER ABATE FUNDERHEMMIN...: Marco Trucco - PARIS KEBAB - Safarà Editore Pag.   294, €. 18,50 Dopo lo choc dell’episodio violentissimo recentemente accaduto a Tolos...

TRUCCO BANFICHI GRANGE THIESLER ABATE FUNDERHEMMINGS BEVILACQUA DE PASCALIS VETTORI SCATENI FRAMPTON DI ROBILANT CATERINI WILLIAMS

Marco Trucco - PARIS KEBAB - Safarà Editore
Pag.  294, €. 18,50
Dopo lo choc dell’episodio violentissimo recentemente accaduto a Tolosa, in Francia, questo libro, che sembra quasi essere un istant book, è  uno spunto di riflessione.

Jelena Banfichi Di Santo - La Casa in pietra grigia - I Libri di Emil
Pag. 603, €. 19,00
Una saga della vecchia Jugoslavia monarchica e titoista, dal 1940 al 1968, vista da “La casa in pietra grigia. Solida come una fortezza, cinta da mura alte, spesse. Protetta.. Costruita a metà della collina dii Gojova, in una posizione riparata dalle sferzate di bore invernali, calate dalle pendici dinariche e aperta ai benefici venticelli delle stagioni miti. Affacciata sul porto, sulle Isole Spalmadori e su due promontori: Capo Croce con poche ville nella pineta a sud e Majerovica, con il grande bosco di pini marittimi a ovest…”

Jean-Christophe Grangé - AMNESIA - Garzanti
Pag. 752, € 19,60
Il grande Grangé – quello de I fiumi di porpora, dal quale è stato trarro l’omonimo film – ritorna qui con un romanzo labirintico, ricco di colpi di scena, che vede per protagonisti uno psichiatro e uno smemorato.

Sabine Thiesler
SENZA PERDONO
Corbaccio
Pag. 382, €. 16,40
Una serie di rovesci esistenziali e professionali, il fotografo Jonathan lascia Berlino e corre in Toscana. Qui incontra Sofia, può ritrovare la felicità perduta. Se il passato non tornasse a bussare alla sua porta.
Carmine Abate
LA COLLINA DEL VENTO
                                                                   Mondadori
                                                                   Pag. 260, €. 17,50
L’ultimo romanzo dello scrittore arbëresh della Calabria. Ancora una testimonianza di un mondo perduto, recuperato dalla memoria e dalla poesia.

Anna Funder
Tutto ciò che sono
Feltrinelli
Pag 396, €. 19,00
Dall’autrice di C’era una volta la DDR, questo romanzo verità sulla storia di quattro giovani tedeschi che invano allertano il mondo sul pericolo rappresentato da quel folle criminale che rispondeva al nome di Hitler.

Kaui Hart Hemmings - PARADISO AMARO - Newton&Compton
Pag. 311,  €.9,90
Il romanzo da cui è stato tratto il film con George Clooney. Si legge d’un fiato, leggero e sagace.

Alberto Bevilacqua
Roma califfa
Mondadori
Pag. 237, €. 20,00
Il decano dei nostri narratori, un Maestro, ricorda qui la Roma dei suoi esordi di scrittore, quando ci arrivò dalla sua Parma.



Luigi De Pascalis - IL NIDO DELLA FENICE -La lepre edizioni
Pag. 317,€.18,00
Un noir fantascientico  ricco di  avventura e mistero. L’ennesimo appassionante romanzo di uno scrittore che ha vinto il Premio Scerbanenco.


Pierpaolo Vettori
LE SORELLE SOFFICI
Elliot
Pag. 177, €. 16,00
Fabbro di mestiere, Pierpaolo Vettori sa anche come lavorare un romanzo. Con forza e delicatezza.

Stefania Scateni
DOVE  SONO
Nottetempo
Pag. 189,€. 14,00
L’epopea delle tabacchine italiane, un capitolo della storia italiana pressoché sconosciuto, partendo dal diario di una donna alle prese con i suoi fantasmi.

Saul Frampton
IL GATTO DI MONTAIGNE
Guanda
Pag. 287, €. 24,00
La storia e il pensiero del grande filosofo Montaigne, ripensato con l’intenzione di indicare una via all’uomo di oggi, smarrito in questo mondo  di merda.  Il recupero delle piccole cose della vita, l’importanza dell’hic et nunc.  Se ce lo permettono. Forse, però, una rivoluzione, prima, sarebbe necessaria.

Amos Mattio
LUNA DI NOTTE
Gremese
Pag. 199, €.12
Il romanzo d’esordio di un poeta. Segretario della Casa della Poesia di Milano. Da leggere.
Andrea Di Robilant
IRRESISTIBILE NORD
Corbaccio
Pag. 210, €. 17,60
Il nord è quello europeo , esplorato alla fine del XIV secolo dai fratelli Zen, veneziani. Viaggi e scoperte rese irresistibili dalla penna di Di Robilant.

Andrea Caterini
IL PRINCIPE E’ MORTO CANTANDO
Gaffi
Pag. 140, €.  11,00
Spunti critici sull’opera di alcuni scrittori, da Dostoevskij a Quarantotti Gambini.

John Williams
STONER
Fazi Editore









Tom Hanks ha scritto “Questo è semplicemente un romanzo che parla di un ragazzo che va all’università e diventa un professore. Eppure è una delle cose più affascinanti che vi capiterà mai di leggere”. 


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LADRO DI LIBRI: META frasando: Poesia della notte III

LADRO DI LIBRI: META frasando: Poesia della notte III: META frasando: Poesia della notte III : Cartoline da Agios Stratos di Manolis Fortounis, traduzione di Viviana Sebastio 1. Dalle sbarre di q...

SULL'ULTIMO ROMANZO DI ANDREA VITALI

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 8-4-2012

IL NUOVO ROMANZO DI ANDREA VITALI. ENNESIMO CAPITOLO DELLA LEGGIADRA “COMMEDIA UMANA” DELLO SCRITTORE E MEDICO DI BELLANO

QUEL RAMO GALEOTTO DEL LAGO DI COMO

di Diego Zandel

Romanzo dopo romanzo, Andrea Vitali va costruendo una sorta di Commedia Umana che ha per epicentro il suo paese natio, Bellano, sulle rive del Lago di Como. A dare unità, quasi si trattasse di un’unica opera, ai tanti titoli che la compongono non è solo la galleria dei personaggi e lo sfondo sul quale si muovono,  ma la matrice propria dello scrittore per il quale l’ironia è la chiave principe attraverso la quale entra a contatto con le diverse tipologie di figure e situazioni che rappresenta sottraendo le une e le altre a qualsiasi ipoteca di carattere drammatico, anche quando il contesto è di affare di corna, di imbroglio, di vendetta, invidia, gelosia, fin di malattia o di morte. Il che predispone il testo a una lettura divertita e leggera, non superficiale beninteso, ulteriormente resa tale da una struttura narrativa che si poggia sempre su brevi capitoli, quadri di volta in volta chiusi in se stessi, salvo che per una porticina che rimanda al quadro successivo mantenendo così viva la curiosità su quanto si racconta.
In questo modo, e non poteva essere diversamente, è costruito anche l’ultimo romanzo del medico di base di Bellano “Galeotto fu il collier”, edito come tutti i libri di Vitali da Garzanti, che intreccia tre  storie capaci di intrattenere il lettore, ciascuna facendo leva su alcuni elementi tipici del conflitto umano: il sesso, da Vitali mai volgare, allegramente più evocato che descritto, l’eredità, il tradimento, visto sempre con sguardo boccaccesco.
Si comincia con Lidio Cerevelli (altra caratteristica di Vitali la scelta accurata di nomi un po’ anomali), giovane erede di una piccola impresa edile del padre ora in mano alla madre rimasta prematuramente vedova, che se la spassa con le turiste di Menaggio, in particolare con la tedesca Helga che gli si offre in misura e modi tali da fargli perdere la testa. La sua intenzione è quella di sposarla e glielo chiede, ma Helga ha le idee chiare: nel matrimonio non cerca l’amore ma una sistemazione che le consenta di vivere alla grande, magari continuando a farsi gli affari propri. Per questo ha già trovato un vecchio tanto danaroso che la impalmerà di li a breve. Se Lidio la vuole sposare deve dimostrare di essere altrettanto ricco.
Naturalmente Lidio ha la ditta edile, ma la mamma, Lirica, si guarda bene dal lasciargliela, lo farà solo quando troverà la moglie giusta, una brava ragazza, di buona famiglia, magari benestante, non certo con una sconosciuta, per altro tedesca e libertina. Così la storia, in questo caso si sdoppia, con Lidio da una parte che cerca il modo di far soldi (e la fortuna gli farà trovare nelle mura di una vecchia casa da ristrutturare un tesoro in zecchini d’oro, che comunque daranno avvio a una nuova, collegata storia) e la mamma che, dall’altra parte, si darà da fare a cercargli la buona moglie. Per la quale sarà presa di mira la nipote, orfana, del medico, professor Eugeo Cerretti, Eufemia, che risponde a tutti i requisiti richiesti dalla madre di Lidio, tranne uno: è la più brutta del paese. Sarà necessaria la complicità tra il professor Cerretti e Lirica per spingere i due a unirsi, anche perché il professore vuole liberarsi quanto prima  della nipote che ha dovuto prendere in casa dopo la morte della sorella. Il quadro famigliare del professor Cerretti ci introduce in un’altra storia: quella della sua avvenente moglie, la più bella del paese, oggetto dei desideri di Avano Degiurati, direttore della banca del paese che si spingerà a prendere il posto a letto del professore quando questi è di turno in sala operatoria. Solo che una volta tornerà prima del tempo a casa. Intanto, un altro personaggio fa il suo ingresso: Anita, la bella moglie del muratore Campesi, che lavora per la ditta che un giorno Lidio forse erediterà. E a mettersi in mezzo, in questo caso, sarà Beppe Canizza, segretario locale del Partito fascista. Perché è l’Italietta del ventennio in particolare che suscita nel Vitali il gusto dello sberleffo con il quale ricama i suoi romanzi.
                                                                                  Diego Zandel
Andrea Vitali, Galeotto fu il collier, Garzanti, pag. 394, €. 17,60           

giovedì 5 aprile 2012

META frasando: Poesia della notte III

META frasando: Poesia della notte III: Cartoline da Agios Stratos di Manolis Fortounis, traduzione di Viviana Sebastio 1. Dalle sbarre di queste finestre che mi tengono lo...

martedì 3 aprile 2012

LADRO DI LIBRI: NULLA SUCCEDE PER CASO. O NO? LEGGETE QUESTO ARTI...

LADRO DI LIBRI: NULLA SUCCEDE PER CASO. O NO? LEGGETE QUESTO ARTI...: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1-4-2012 INQUIETANTI COINCIDENZE DAL VERO “IL RICERCATORE DI EMOZIONI” di Diego Zandel E’ un caso o...

NULLA SUCCEDE PER CASO. O NO? LEGGETE QUESTO ARTICOLO (E IL LIBRO)

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1-4-2012

INQUIETANTI COINCIDENZE DAL VERO “IL RICERCATORE DI EMOZIONI”

di Diego Zandel

E’ un caso o una coincidenza che Beethoven, Schubert, Dvorak, Vaughan Williams, Mahler, Bruckner e altri musicisti siano morti dopo aver composto la loro nona sinfonia? E’ un caso o una coincidenza quella di una bambina  di nome Laura Burton di 10 anni che lancia per gioco un palloncino al quale attacca una scatolina con il suo nome e indirizzo, il palloncino percorre  oltre duecento chilometri e cade nel giardino di una casa in cui vive un’altra bambina che si chiama, anch’essa, Laura Burton e ha dieci anni?  E’ un caso o una coincidenza quello della signora Vera Stermak di Praga che, addolorata del fatto che il marito la tradisce, decide di suicidarsi gettandosi dalla finestra e finisce, guarda un po’, proprio sul marito che passava in quel momento di lì, uccidendolo sul colpo mentre lei si salva?
Sono solo alcuni degli episodi che nutrono il romanzo di Marco Cesati Cassin, ricercatore e studioso di fenomeni legati al destino, alle coincidenze e alla sfera spirituale, il cui titolo è “Il ricercatore di emozioni”, edito da La Lepre. Egli li ha prelevati da un’ampia casistica e li ha inseriti nel contesto narrativo di un thriller che vede una immaginaria guerra tra il Bene, rappresentato da tutti coloro che credono in un’armonia, anzi una sincronia, dell’universo, e dal Male, rappresentato da Satana nelle vesti di  una organizzazione mondiale, una sorta di Spectre spirituale, che  si prodiga per rompere quella armonia per gettare sempre più il mondo nel caos.
I personaggi, in questo senso, sono, dalla parte del Bene, il milanese Matteo Corsi,  il ricercatore di emozioni che dà il titolo al romanzo e nel quale probabilmente si identifica l’autore; un imprenditore americano, John Stewart, che fonda una rivista, “Sincronia” che mensilmente riporta fatti di coincidenze realmente accaduti e documentati;  mentre, dalla parte del male, abbiamo un cinico Damian, capo di una setta che farà  di tutto, tra attentati personali e omicidi, per impedire l’uscita della rivista che ad ogni numero aumenta i suoi lettori e le testimonianze delle strane coincidenze di cui sono protagonisti diversi esseri umani, acquistando fiducia nell’armonia universale.
Il romanzo, forse per evitare il verificarsi  di eventuali coincidenze con l’epoca attuale, è ambientato nel 2021, mentre i fatti riportati, accaduti in varie epoche,  risultano tutti assolutamente veri, come garantirebbero le fonti dai quali sono stati presi: “Inquietanti coincidenze” di Martin Plimmer e Brian King, “Sincronie, ritmi della Natura, i nostri ritmi” di Steven Strogatz ed altri testi ancora, tra i quali, quello ispiratore del romanzo stesso, “Ricordi, sogni, riflessioni” di Carl Gustav Jung, oltre,  alle testimonianze ricevute personalmente dall’autore stesso da parte di suoi conoscenti o di gente entrata in contatto con lui. Si tenga presente, a riguardo, che Marco Cesati Cassin ha partecipato con le sue teorie e racconti alla trasmissione televisiva “Il senso della vita” di Paolo Bonolis, il quale ha scritto la prefazione al romanzo ricordando  il rapimento collettivo del pubblico e sottolineando come esso “non era frutto solo della forza narrante o della straordinarietà dei suoi racconti. C’era dell’altro che affiorava e lo avvertivi pian piano, mentre il racconto si sgranava”. Un po’ la stessa sensazione, forse, che si ha leggendo il romanzo, tanto che anche una mente razionale, che magari crede più al caso che alle coincidenze, non può non uscire dalla lettura, anche per l’impronta di thriller che gli è stato dato, con una leggera inquietudine interiore. E, magari, per gioco, mettersi anche lui a cercare le eventuali coincidenze della propria vita o di qualcuno che conosciamo e sulle quali non abbiamo mai riflettuto.
                                                                                  Diego Zandel

Marco Cesati Cassin, Il ricercatore di emozioni, La Lepre edizioni, pag. 375, €.20,00