domenica 4 novembre 2012

IL LIBRO DA REGALARE A NATALE A CHI AMA GLI ANIMALI

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 2-11-2012

Il nuovo libro di Giuseppe Pederiali
CUORE DI CANE L’AMORE SECONDO NULA
Una giovane donna e lo spirito dell’animale con dolce malinconia

di Diego Zandel

Scopriamo dalla foto che li ritrae nel risvolto di copertina, che lo scrittore Giuseppe Pederiali ha un cane che si chiama Nula, appartenente alla razza Jack Russell Terrier. Evidentemente,  la compagnia ha generato una comprensibile sorta di empatia  tra i due, che ha portato Pederiali a immaginare quale potesse essere il mondo, visto con gli occhi del suo cane.  E, da scrittore di razza quale egli è, a sua volta, abituato come i Jack Russel Terrier  a scavare sotto terra, nelle tane più profonde, per  stanare tassi e volpi, è entrato nello spirito dell’animale, proiettandolo in una storia divertente, molto dolce e, a tratti, malinconica se non, addirittura, triste, seppur a lietissimo fine, che comunque dà la misura della distanza che separa gli uomini, complicatissimi, dagli animali, innocenti e spontanei. Ci è entrato tanto nello spirito del suo cane da scrivere il romanzo in cui a parlare in prima persona è Nula stessa. Che, in questo caso, diventa però un altro personaggio, anche se suo simile.
La Nula del romanzo vive in una casa borghese, quella dei Ghedini, una villetta di via Sant’Eusebio a Milano. Filippo Ghedini è un giornalista televisivo famoso, sua moglie Maria Carla vince la noi  casalinga conducendo una esclusiva boutique alla moda e spassandola, nel tempo in cui il marito è al lavoro, con un amante, che incontra con la scusa di portare a passeggio Nula, la quale, suo malgrado, diventa anche la testimone degli incontri a letto tra i due. Nula non è che nutra molta simpatia per i suoi padroni. Lo si apprende fin dall’inizio quando questi, dopo averla fatta accoppiare con un puro esemplare della sua stessa razza, scoprono che a nascere sono dei bastardini, molto simili al cane Camillo, del loro vicino di casa. Tutte le idee che s’erano fatti, tra cui quelle di vendere i cuccioli a caro prezzo, saltano, tanto che Filippo, piccato, senza alcun rimorso si sbarazza dei piccoli bastardini, indifferente al dolore di Nula.
Quest’ultima, però,  non è costretta a sopportare il peso di questo mondo arido, tutto esteriore, senza un briciolo di umanità al suo interno: i coniugi Ghedini, per fortuna, hanno una figlia, Maria Luce, detta Lula (nome che darà vita a simpatici teatrini tra il suo soprannome e quello del cane), la quale è tutto il contrario dei suoi genitori. Ragazza dolce e sensibile, ama di puro affetto Lula, con cui trascorre il tempo tra passeggiate e guardando vecchi film in bianco e nero, lontano dagli ambienti viziati della sua classe sociale, tant’è che i genitori se ne lamentano. Fino ad obbligarla a partecipare a una festa del figlio di un loro amico della Milano bene, che per la ragazza sarà paurosamente fatale. Tanto da spingerla, dopo quanto successo, a rinchiudersi ancora di più in se stessa, e gli ignari e supponenti  genitori a correre ai ripari costringendola a una terapia psicanalitica, che rivelerà invece lo spirito sarcastico e vivace, oltremodo sano e intelligente, della ragazza. La quale, con Lula, che è ormai la sua unica compagnia, ha uno scopo non da poco: ritrovare i cuccioli che il padre ha dato via.
La storia si dipana tutta su questi elementi diversi che Pederiali intreccia con la sapienza narrativa che gli è propria, facendo emergere una tenerezza che, proprio perché vista con gli occhi di Lula, ha espressioni di innocenza, da cui emergono, per contrasto, l’infelicità e l’aridità sentimentale di quella parte dell’umanità i cui valori si riducono tutti al denaro, all’apparire, al possesso fine a se stesso, facendo de “L’amore secondo Nula” un romanzo davvero speciale, per tutte le età e, soprattutto, per chi ama gli animali.
Naturalmente, non tutta l’umanità è così negativa come i coniugi Ghedini. La loro figlia Lula, da non confondere con l’amato quadrupede Nula, sta lì a dimostrarlo, al pari della confidenziale cameriera nigeriana Bianca Boateng. Un nome non a caso, questo, uguale a quello del calciatore, a nostro avviso una sorta di cammeo milanista così come si chiamerà Nocerino, l’ispettore di polizia che sequestrerà alcune foto ritenute osè che la ragazza Lula spacciava al parco per tirar su la paghetta che i genitori le avevano tolto per il suo improvviso scarso rendimento a scuola.
                                                                                  Diego Zandel
Giuseppe Pederiali, L’amore secondo Nula, Garzanti, pag. 238, €. 16,40           

sabato 3 novembre 2012

TRE GIALLISTI ROMANI: VERDE, PROIETTI&CRISPO, LUCERI

Uno dietro l’altro escono i gialli  di tre autori romani: si tratta di “La sconosciuta del lago” di Nicola Verde, “Chiunque io sia” della premiata coppia Biagio Proietti e Diana Crispo, e “Le strade di sera” di Enrico Luceri, tutti pubblicati dalla Hobby&Work.
Il romanzo di Nicola Verde “La sconosciuta del lago” si rifà a un caso vero: il ritrovamento del cadavere di una donna decapitata nei pressi del lago di Castel Gandolfo, a pochi chilometri dalla capitale, nel 1955.  L’autore sonda il mistero grazie alla messa in campo di un commissario, Leopardo Malerba, al quale sono stati tolti i panni  dell’eroe  e le stimmate dell’infallibilità per quelli di un uomo con tutti i suoi difetti e ambiguità. Il che lo rende quel tanto antipatico da renderlo un personaggio. Si aggiunga che la storia non è confezionata secondo i canoni della tipica indagine ma attraverso una teoria di capitoli nei quali a rotazione parlano i diversi testimoni che con la donna decapitata hanno avuto a che fare. Il risultato è un giallo non banale che affonda il bisturi nella psiche e nell’animo dell’essere umano con matura sapienza narrativa.
Quella stessa che ci offrono Biagio Proietti e Diana Crispo, ai quali si devono due tra i più grandi successi di tutti i tempi per quanto riguarda gli sceneggiati televisivi: “Coralba” e soprattutto “Dov’è Anna”, per la regia di Daniele D’Anza. 
“Chiunque io sia” prende spunto a sua volta da un vecchio soggetto televisivo “La mia vita con Daniela”, andato in onda, anch’esso con successo, nel 1976, ed ora trasformato in romanzo (e, leggendolo, si avverte la sottotraccia della sceneggiatura). Si tratta di una storia che ti prende fin dall’inizio: una donna si presenta allo studio dell’avvocato Morelli per essere assunta come segretaria, solo che, non appena la vede, l’avvocato riconosce il lei Daniela, la moglie scomparsa otto mesi prima. La donna però afferma di chiamarsi Bianca Rizzi  e non dà segni di riconoscimento dell’uomo né di altri particolari relativi alla vita di Daniela. Su questo equivoco pirandelliano molto bene costruito da Proietti e Crispo si snoda l’intera vicenda che porterà le indagini da Roma, dove è cominciata, a Parigi e a Bruxelles, per poi tornare definitivamente a Roma per lo scioglimento dell’enigma. Che ovviamente lasciamo scoprire, carta dopo carta, al lettore.
Il terzo romanzo “Le strade di sera” di Enrico Luceri  è ambientato invece in Umbria, in un paesino inventato, in cui il commissario Michele Forestieri è andato a trascorrere  la convalescenza  in seguito a un gravissimo incidente capitatogli nel corso di un’operazione di polizia che aveva a che fare con l’arresto di un pedofilo assassino di tre bambini. Il commissario, appena rimessosi dalle sue ferite, anela a ritornare a casa dalla propria famiglia, ma viene trattenuto dalla visita di una donna disperata alla quale è stata uccisa la figlia, una bambina della stessa età della figlia del commissario. L’assassino non è stato mai trovato. I carabinieri del luogo, guidati dal maresciallo Cimicchi, dopo due anni di indagini non hanno cavato un ragno dal buco ed anzi sembrano sempre più rinunciare a risolvere il caso. Il commissario Forestieri, mosso a pietà, accetta. E dà avvio a una serrata indagine personale che non può non incontrare il disappunto del maresciallo Cimicchi che lo accusa di illudere inutilmente la donna.  Ma il commissario Forestieri gli dimostrerà il contrario. Un giallo quest’ultimo che, al contrario dei primi due, percorre le piste più classiche del genere e che conferma le doti narrative di questo giovane autore che nel 2008, con “Il mio volto è uno specchio”, ha vinto il Premio Tedeschi per il miglior giallo inedito poliziesco dell’anno, guadagnandosi poi la pubblicazione nei prestigiosi Gialli Mondadori.
                                                                                 
Diego Zandel

Nicola Verde, La sconosciuta del lago, Hobby&Work, pag. 293,€. 18,00
Biagio Proietti&Diana Crispo, Chiunque io sia, Hobby&Work, pag. 221, €. 16,50


Enrico Luceri, Le strade di sera, Hobby&Work, pag. 231