sabato 9 giugno 2012

SUL "CORRIERE ADRIATICO" SI PARLA DI "ESSERE BOB LANG"

CORRIERE ADRIATICO sabato, 9 giugno 2012                                          
UN’ICONA PREZIOSA TRA MAFIA E SERVIZI
Diego Zandel, scrittore nato da genitori fiumani, ha da poco dato alle stampe “Essere Bob Lang” in cui racconta una vicenda su due piani di sequenza. Marco è un impiegato di banca stanco del suo lavoro. Vorrebbe fare lo scrittore e si decide ad inventare un personaggio, Bob Lang, alter ego del suo amico scrittore di successo, Sebastiano Monti. A Cipro i servizi segreti, la mafia russa e gli avventurieri di ogni tipo sono a caccia di una preziosa icona greca e combattono una guerra senza quartiere. Ecco quindi che la storia si dipana in un thriller dei nostri giorni, marcato da una scrittura veloce, a tratti perfino cinematografica. Ci sono scene d’azione vibranti e incastonate dentro una contemporaneità tutta da reinventare tra uomini d’affare e belle ragazze. Siamo di fronte ad un giallo con risvolti imprevedibili ma mai eccessivi, inverosimili. Zandel ci aiuta a capire che la quotidianità nasconde zone buie proprio quando sembra essere assuefatta dalla noia. Gli uomini hanno una doppia identità e la svelano, poco a poco. “Essere Bob Lang” è un romanzo molto raccontato. L’intercalare delle vicende assume un tono sempre più avvincente fino alle ultime pagine. L’intrigo internazionale non nasconde, però, l’intimità domestica. Marco e il suo lavoro, Marco e la sua frustrazione, Marco e il suo sogno. Perché l’evasione della letteratura consente la scoperta di mondi paralleli. “Partire, torna a pensare Marco, andare lontano. Nella sua vita c’è stato un solo viaggio che ha avuto il senso di un’evasione totale, di una sorta di avventura, quello compiuto, ventenne, in Grecia, con sua madre, che tornava nella sua indimenticabile isola d’origine per riabbracciare dopo tanti anni di lontananza i fratelli e le sorelle, a rendere omaggio alla tomba dei genitori, sepolti nel piccolo cimitero su un colle sopra il villaggio di Asfendiou”. La visione di un lontano angolo di mondo è il lancio per costruire, passo dopo passo, il giallo. Senza effetti speciali, senza spettacolarizzazioni inutili. Un romanzo ben calibrato, essenziale, che non rinuncia all’ambientazione suadente nei luoghi, da Roma a Cipro, al Medio Oriente.
Alessandro Moscè

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