martedì 1 maggio 2012


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1-5-2012
I SEGRETI DEL GRANDE TIMONIERE SOTTO UNA BANDIERA ROSSA
“La ragazza che danzava per Mao”, un giallo di Qui Xiaolong
di Diego Zandel

Qui Xiaolong scrive i suoi gialli, con protagonista l’ispettore capo della polizia di Shanghai, Chen Cao,  negli Stati Uniti, dove vive dal 1989, quando vi si è trasferito dalla Cina maoista all’età di 36 anni. Finora ne ha scritti sei, tutti interessanti, oltre che per gli intrighi polizieschi che descrivono, soprattutto per la loro grande capacità di investigare tra le pieghe più minute del potere comunista. E a farlo con protagonista non un dissidente del regime, bensì un suo autorevole rappresentante, quale è un funzionario del livello di Chen Cao. Sarebbe stato interessante, a riguardo, vedere quale sarebbe stata la reazione delle autorità cinesi ai suoi libri se Qiu Xiaolong li avesse scritti vivendo ancora in Cina. Probabilmente avremmo  un perseguitato politico: più di tanti saggi, infatti, i romanzi di Qiu Xiaolong raccontano le contraddizioni di un grande paese, in cui un partito che si ispira a principi di uguaglianza sociale guida un processo economico in cui a dominare  sono i disvalori capitalistici dell’arricchimento facile e dello sfruttamento, l’abisso nel tenore di vita tra diverse classi dei suoi cittadini, e l’accompagnamento ad esso di diversi mali che investono il costume delle persone, la loro morale, come può essere  rappresentato da un fenomeno come quello della prostituzione e delle amanti, giovani e belle, da sfoggiare quale manifestazione della propria ricchezza e potere.
E’ in questo ambiente che Qiu Xiaolong ci conduce con il suo ultimo romanzo “La ragazza che danzava per Mao”, edito come tutti i suoi libri in Italia da Marsilio.
La storia nasce da una preoccupazione del regime relativamente a una ragazza, la bellissima Jiao, nipote di una donna che al tempo di Mao era stata una famosa attrice di edificanti film di regime e nel contempo una delle favorite del Grande Timoniere, per il quale si esibiva in danze non sempre fini a se stesse. Il problema è che Jiao, pur non avendone i mezzi, conduce una vita lussuosa, fatta di corsi di pittura, di feste private, di amicizie esclusive, in particolare quelle con il ricco signor Xie, che organizza feste in cui partecipano “Vecchi Babbioni” nostalgici delle musiche e altro degli anni Trenta, quando la nonna di Jiao era famosa prima di cadere in disgrazia e poi risorgere alla corte di Mao. Dove trova Jiao questa disponibilità economicq? Non risulta che sia la mantenuta di qualche ricco, né che sia quella che si dice una escort, eufemismo per  prostituta d’alto bordo. Nella vita del ricco Xie, inoltre, s’è inserito  un altro elemento di sospetto: la sua ex moglie vive negli Stati Uniti e tra i due c’è stato un incontro dopo anni di rottura. Come se non bastasse a questo ha partecipato un americano. Per quale motivo? Il timore è che Jiao, in possesso di qualche documento segreto, fotografie, diari, lettere o quant’altro, risalente al periodo in cui la nonna frequentava Mao, l’abbia venduto agli stranieri. Più probabilmente che, sulla base di quel materiale, abbia scritto un libro percependo da qualche editore o potere stranieri sostanziosi anticipi, come è già accaduto con altri libri, che hanno sminuito la figura di Mao. Per scoprirlo ci vuole non solo un bravo poliziotto, ma anche uno colto e affidabile, qual è l’ispettore capo Chen Cao. Il quale, infatti, assunta la veste di uno scrittore in procinto di scrivere un libro sugli anni Trenta, s’infiltra in quella società, non senza però subire il continuo fastidio – a volte minaccioso -  degli agenti della sicurezza interna, piccati del fatto che una indagine di loro competenza sia stata affidata a un normale poliziotto. Da quel momento l’intreccio, pur gravato da una lentezza narrativa, si fa avvincente. Anche se ciò che più affascina del romanzo di Qiu Xiaolong è l’atmosfera cinese, ben restituita dalla traduzione di Fabio Zucchella, in cui tutta la storia è immersa, con il suo linguaggio innanzitutto, e poi con le sue descrizioni di ambiente, di personaggi , le sue citazioni confuciane e la filosofia millenaria che sembra ispirare la figura e l’azione di Chen Cao. Così affascinante da rendere l’atmosfera gustosa in se e quasi  secondaria, se non indifferente, la soluzione del mistero in cui i fatti sono avvolti.  
                                                                       Diego Zandel
Qiu Xiaolong, La ragazza che danzava per Mao, Marsilio, pag. 363, €. 18,00

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