LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 8-4-2012
IL NUOVO ROMANZO DI ANDREA VITALI. ENNESIMO CAPITOLO DELLA LEGGIADRA “COMMEDIA UMANA” DELLO SCRITTORE E MEDICO DI BELLANO
QUEL RAMO GALEOTTO DEL LAGO DI COMO
di Diego Zandel
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In questo modo, e non poteva essere diversamente, è costruito anche l’ultimo romanzo del medico di base di Bellano “Galeotto fu il collier”, edito come tutti i libri di Vitali da Garzanti, che intreccia tre storie capaci di intrattenere il lettore, ciascuna facendo leva su alcuni elementi tipici del conflitto umano: il sesso, da Vitali mai volgare, allegramente più evocato che descritto, l’eredità, il tradimento, visto sempre con sguardo boccaccesco.
Si comincia con Lidio Cerevelli (altra caratteristica di Vitali la scelta accurata di nomi un po’ anomali), giovane erede di una piccola impresa edile del padre ora in mano alla madre rimasta prematuramente vedova, che se la spassa con le turiste di Menaggio, in particolare con la tedesca Helga che gli si offre in misura e modi tali da fargli perdere la testa. La sua intenzione è quella di sposarla e glielo chiede, ma Helga ha le idee chiare: nel matrimonio non cerca l’amore ma una sistemazione che le consenta di vivere alla grande, magari continuando a farsi gli affari propri. Per questo ha già trovato un vecchio tanto danaroso che la impalmerà di li a breve. Se Lidio la vuole sposare deve dimostrare di essere altrettanto ricco.
Naturalmente Lidio ha la ditta edile, ma la mamma, Lirica, si guarda bene dal lasciargliela, lo farà solo quando troverà la moglie giusta, una brava ragazza, di buona famiglia, magari benestante, non certo con una sconosciuta, per altro tedesca e libertina. Così la storia, in questo caso si sdoppia, con Lidio da una parte che cerca il modo di far soldi (e la fortuna gli farà trovare nelle mura di una vecchia casa da ristrutturare un tesoro in zecchini d’oro, che comunque daranno avvio a una nuova, collegata storia) e la mamma che, dall’altra parte, si darà da fare a cercargli la buona moglie. Per la quale sarà presa di mira la nipote, orfana, del medico, professor Eugeo Cerretti, Eufemia, che risponde a tutti i requisiti richiesti dalla madre di Lidio, tranne uno: è la più brutta del paese. Sarà necessaria la complicità tra il professor Cerretti e Lirica per spingere i due a unirsi, anche perché il professore vuole liberarsi quanto prima della nipote che ha dovuto prendere in casa dopo la morte della sorella. Il quadro famigliare del professor Cerretti ci introduce in un’altra storia: quella della sua avvenente moglie, la più bella del paese, oggetto dei desideri di Avano Degiurati, direttore della banca del paese che si spingerà a prendere il posto a letto del professore quando questi è di turno in sala operatoria. Solo che una volta tornerà prima del tempo a casa. Intanto, un altro personaggio fa il suo ingresso: Anita, la bella moglie del muratore Campesi, che lavora per la ditta che un giorno Lidio forse erediterà. E a mettersi in mezzo, in questo caso, sarà Beppe Canizza, segretario locale del Partito fascista. Perché è l’Italietta del ventennio in particolare che suscita nel Vitali il gusto dello sberleffo con il quale ricama i suoi romanzi.
Diego Zandel
Andrea Vitali, Galeotto fu il collier, Garzanti, pag. 394, €. 17,60
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