LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 22-4-2012
“IL CASO COLLINI” DEL TEDESCO FERDINAND VON SCHIRACH
IN PUNTA DI DIRITTO C’E’ CHI PRENDE LE PARTI DEL TORTO
di Diego Zandel
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A difendere Collini, che sembra disinteressato alla sua sorte giudiziaria, e pertanto anche alla propria difesa, viene chiamato un avvocato d’ufficio. Di turno, in quel momento, è il giovane Caspar Leinen, al suo primo processo penale e subito si trova due problemi da risolvere: il primo, la reticenza dell’imputato sul movente del suo gesto, che, preso così, sembra quello di un folle; il secondo, Caspar è di casa presso la famiglia Meyer, amico del vecchio Hans e fidanzato con la nipote Johanna. Vorrebbe rinunciare all’incarico, ma l’avvocato di parte civile, il celebre professore Richard Mattinger, in teoria suo avversario in aula di tribunale, gli fa capire che lui, deontologicamente, non può lasciare indifeso un imputato e che la ricusazione può venire solo da parte di quest’ultimo. Pertanto, consiglia Caspar di dire in tutta verità a Collini su quali sono i suoi rapporti con la famiglia Meyer e, poi, sia l’imputato stesso a decidere sul da farsi.
Pur col dubbio che il professor Mattinger preferisse come controparte un novellino da battere facilmente, Caspar fa come gli ha suggerito, ma Collini ugualmente non lo ricusa. Da questo momento egli farà di tutto per difenderlo al meglio. Certo, non lo fa a cuor leggero: Johanna gli manifesta il suo dissenso, tanto più che l’assassino del nonno è reo confesso, non un innocente. Con che cuore può fare una cosa simile? Solo che ormai la scelta è stata fatta e Caspar non può che rispettarla. La sua dedizione alla causa sarà tale da spingere Collini, ammirato dall’abnegazione del suo avvocato, di metterlo al corrente del movente. Il lettore lo saprà quando lo esporrà in aula, e avrà a che fare con un episodio di violenza avvenuto a Genova durante la seconda guerra mondiale. Hans Meyer, ufficiale nazista, s’era macchiato dello stupro e morte della sorella adolescente e dell’omcidio del padre di Collini: crimini ai quali, lui bambino, aveva assistito terrorizzato.
E’ necessario per ciò trovare le prove e Caspar lo fa, con tale meticolosità che però, al momento del dibattimento in aula, si scontra con gli effetti di una di quelle leggi galeotte, apparentemente innocue, in realtà artatamente vergognose passate in parlamento, che ha fatto cadere in prescrizione sia quei terribili crimini che tanti altri simili accaduti durante la guerra. Ed è proprio il duello sulla interpretazione di quella legge, alla luce di altri aspetti che verranno fuori nel corso del dibattimento, a dare suspense al romanzo, fino alla risoluzione finale che, per fortuna, darà ragione al giovane Caspar.
Si verrà a sapere che Collini aveva fatto ricorso contro Mayer per quel lontano crimine prima che cadesse in prescrizione, ma che il ricorso era stato respinto. Altri dettagli importanti, sul filo della legge, verranno dibattuti con schermaglie che ricordano i processi di Perry Mason. Con la differenza che “Il caso Collini”, al contrario dei romanzi di Erle Stanley Gardner, intende più agitare le coscienze che trovare un colpevole. Il colpevole c’è, ma offeso dalla ricchezza e dal potere. E l’unico modo per avere giustizia è stato quello di farsela da solo. Ciò che emerge è la figura di Hans Meyer, per nulla pentito dei suoi crimini lontani, uomo in vista, amico dei cancellieri Adenauer, Erhard, Kohl, insignito della Croce al merito della Repubblica federale, ma assassino e stupratore. Una figura di cui la nipote Johanna stessa, fino a quel momento all’oscuro, si vergognerà, sentendone la colpa. Tanto da chiedere a Caspar: “Sono anch’io tutto questo?”. E la battuta finale di lui le farà capire che le colpe sono sempre individuali. “Tu sei la persona che sei”.
Diego Zandel
Ferdinando Von Schirach, Il caso Collini, Longanesi, pag 166, €. 14,00
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